La sicurezza alimentare globale è minacciata da prodotti importati: perché i cibi esteri risultano più rischiosi secondo lo studio dell’Efsa e Coldiretti.
La sicurezza alimentare è un tema di crescente importanza a livello globale, soprattutto in occasione della giornata mondiale per la sicurezza alimentare. Secondo uno studio realizzato dall’Efsa e analizzato dall’Osservatorio Coldiretti, i cibi e le bevande importate risultano essere 8 volte più pericolosi rispetto a quelli prodotti in Italia.
Questa preoccupante statistica si basa sul numero di prodotti agroalimentari esteri con residui chimici irregolari, che arriva al 5,6%, rispetto allo 0,7% dei prodotti nazionali. Coldiretti ha proposto una legge per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine degli ingredienti sui prodotti alimentari commercializzati in Europa, evidenziando la scarsità di controlli a livello comunitario.

Lo studio dell’Efsa e l’analisi di Coldiretti
Coldiretti ha condotto un’analisi approfondita basata sui dati dell’Efsa, campionando 10596 prodotti tra frutta, verdura, cereali, olio, vino e altri prodotti. I risultati mostrano che 9813 campioni di origine nazionale presentano appena lo 0,7% di irregolarità, mentre tra i 783 prodotti esteri il 5,6% è fuori norma. Questo ha suscitato forti preoccupazioni tra i consumatori e gli esperti del settore. La proposta di Coldiretti di segnalare l’origine degli ingredienti mira a proteggere le eccellenze italiane, contrastando la normativa attuale che consente di etichettare come italiani prodotti con ingredienti esteri sottoposti a minima lavorazione in Italia.
La proposta di legge e la questione dei controlli
Coldiretti ha avanzato una proposta di legge che richiede l’indicazione obbligatoria dell’origine degli ingredienti su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’UE. La normativa attuale, basata sull’ultima trasformazione, spesso inganna i consumatori, permettendo che prodotti con ingredienti esteri siano venduti come italiani. Coldiretti ha anche evidenziato la scarsità di controlli nei porti europei, come quello di Rotterdam, definito un “colabrodo” per la sicurezza alimentare. Questa situazione richiede interventi urgenti per garantire standard più elevati di sicurezza alimentare e protezione dei consumatori.
Contraddizioni e riflessioni sulla comunicazione di Coldiretti
Nonostante Coldiretti utilizzi i dati dell’Efsa per supportare le proprie tesi, in passato l’associazione aveva criticato l’ente europeo, chiedendo maggiore rigore scientifico. Questa ambivalenza solleva dubbi sull’autorevolezza delle analisi quando i dati sembrano essere utilizzati secondo la convenienza del momento. L’Efsa, precedentemente oggetto di critiche da parte di Coldiretti, viene ora accolta come fonte di dati incontrovertibili. Questa dinamica pone interrogativi sulla coerenza delle posizioni di Coldiretti e sulla fiducia che i consumatori possono riporre nelle sue campagne informative.